Lunedì 3 dicembre, alle ore 18, nella sala Martucci di San Pietro a Majella, Paolo Isotta, già docente del Conservatorio di Napoli, terrà una lezione su Rossini dal tema lineamenti del genio.
Isotta, dopo il saluto del presidente e del direttore del Conservatorio, Antonio Palma e Carmine Santaniello, delineerà l’arte del grande compositore ripercorrendone la carriera di operista e di autore di capolavori che hanno segnato la storia della musica dall’esordio, non ancora ventenne, a Venezia nel 1810 con “La cambiale di matrimonio”, fino alle indimenticabili “Barbiere di Siviglia”, “L’italiana in Algeri”, “La gazza ladra”, “La Cenerentola”, “Semiramide” e all’addio alle scene con il “Guglielmo Tell” del 1829.
“Rossini – spiega Isotta – nacque durante il Terrore (1792) e morì alla fine del principato di Napoleone III (1868). Ma la sua creazione per il teatro, per la quale è soprattutto ricordato, si svolse nell’arco incredibilmente breve di diciannove anni, dal 1810 al 1829: quaranta Opere, buffe, comiche, semi-serie e tragiche. Dal 1815 al 1822 abitò a Napoli esercitandovi la funzione di compositore di Corte e direttore artistico, per il San Carlo e il Teatro del Fondo, l’attuale ‘Mercadante’. Per Napoli scrisse nove grandiose Tragedie musicali e a Napoli, se non per Napoli, dieci altri capolavori, fra i quali lo stesso ‘Barbiere di Siviglia’. Due delle tre Tragédies-Lyriques composte a Parigi negli anni Venti sono rifinitissime rielaborazioni di due Tragedie napoletane. Napoli era allora, insieme con Milano, la capitale europea della cultura. Lo sviluppo artistico, umano e culturale, senza pari, di uno dei sommi geni della nostra patria, avvenne quindi sotto il segno di Partenope, e fu l’esperienza fondamentale della sua vita. Dagli anni napoletani deve dunque partire il tentativo di profilare il ritratto di Gioacchino Rossini”.
“Il Conservatorio – afferma Palma – intende rendere omaggio a Rossini in occasione del centocinquantesimo anniversario della scomparsa con questa lezione del professore Isotta nell’anno in cui vi sono state celebrazioni in tutto il mondo con l’esecuzione delle sue opere, concerti e importanti convegni internazionali su una delle figure più rilevanti e originali dell’Ottocento musicale”.
“Con questa iniziativa – sostiene Santaniello – vogliamo ricordare, oltre all’impareggiabile compositore che ha scritto, spaziando in vari generi musicali, ben 133 capolavori, un grande italiano che, nonostante fosse cosciente del proprio talento, dotato com’era di un notevole senso dell’humour, fingeva di non prendersi mai sul serio eppure lasciando opere senza tempo e cantate ancora oggi nel mondo”.