{"id":430,"date":"2017-03-21T08:27:50","date_gmt":"2017-03-21T08:27:50","guid":{"rendered":"https:\/\/www.sanpietroamajella.it\/?page_id=430"},"modified":"2017-03-21T08:27:50","modified_gmt":"2017-03-21T08:27:50","slug":"storia-2","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/www.sanpietroamajella.it\/storia-2\/","title":{"rendered":"Storia"},"content":{"rendered":"

La Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella conserva un patrimonio assolutamente unico al mondo ed inestimabile di manoscritti, stampe rare musicali, libretti d\u2019opera, documenti. Voluta dal letterato Saverio Mattei, \u201cregio delegato\u201d dell\u2019Orfanotrofio della Piet\u00e0 dei Turchini dal 1791 al 1795, il suo nucleo fondamentale fu costituito soprattutto grazie alle donazioni di libri e manoscritti da parte dello stesso Mattei e di Giuseppe Sigismondo, da lui nominato bibliotecario. Nel gennaio 1795 il re Ferdinando IV di Borbone, accogliendo un\u2019istanza del regio delegato, emise un decreto in cui si ordinava \u201cagli impresari di teatri in questa capitale\u2026 che diano alla medesima Biblioteca una copia di ogni spartito di opera o commedia che daranno sulle scene del rispettivo teatro\u201d ed inoltre esaud\u00ec la richiesta di donare alla costituenda Biblioteca gli spartiti delle opere rappresentate in passato al Teatro S. Carlo, solitamente donate alla regina Maria Carolina. La disposizione di Ferdinando venne in seguito confermata dai decreti di Gioacchino Murat (7 novembre 1811), di Francesco I di Borbone (29 agosto 1829) e di Ferdinando II di Borbone (11 luglio 1851).<\/p>\n

Nel 1801 fu pubblicato il primo catalogo \u2013 Indice di tutti i libri e spartiti di musica che conservansi nell\u2019Archivio del Real Conservatorio della Piet\u00e0 d\u00c8 Torchini<\/strong> – che consente di rilevare la consistenza del patrimonio librario raggiunto all\u2019epoca: \u201cn\u00b0 410 volumi di opere e n\u00b0 205 pezzi sciolti\u201d. Nel 1805 la Piet\u00e0 dei Turchini si fuse con il Loreto a Capuana (nato nel 1797 dal trasferimento degli ultimi alunni del Conservatorio S. Maria di Loreto in quello di S. Onofrio a Capuana) trasferendosi poi, nel 1808, nei locali dell\u2019ex-monastero delle Dame di San Sebastiano, dove rimase fino al 1826. Il trasferimento del Real Collegio di Musica – questo era il nuovo nome dell\u2019Istituto – al complesso di S. Pietro a Majella avvenne nella primavera del 1826 e coincise con la morte dell\u2019attivissimo Giuseppe Sigismondo, che tanto si era prodigato per la costituzione della Biblioteca.
\nDal 1826 al 1888, prima in qualit\u00e0 di reggente e poi di direttore, fu Francesco Florimo che si occup\u00f2 dell Archivio del Real Collegio: musicista formatosi nel collegio di S. Sebastiano, amico di Vincenzo Bellini, svolse il suo incarico con passione e dedizione davvero rare. Nel 1827 fece acquistare al Conservatorio la preziosa collezione privata del Sigismondo, nel 1852 gli spartiti autografi di Domenico Cimarosa; numerosi autografi di autori contemporanei, quali Bellini e Mercadante, arricchirono il sempre pi\u00f9 vasto patrimonio librario della Biblioteca. Con l\u2019unit\u00e0 d\u2019Italia non fu riconfermato l\u2019antico diritto: venne disposto che gli editori di opere musicali dovessero depositarne copia presso la Prefettura anzich\u00e9 all\u2019Archivio del Conservatorio. Tale provvedimento amareggi\u00f2 profondamente il Florimo che per\u00f2 continu\u00f2 instancabile a chiedere donazioni agli artisti che operavano a Napoli \u2013 si pensi al Quartetto donato alla Biblioteca da Giuseppe Verdi \u2013 ed a cercare, nei suoi numerosi viaggi, sempre nuovi libri e documenti per l\u2019Istituto partenopeo; risale al 1882 l\u2019acquisizione della collezione del marchese Capece Minutolo, ricca di pregevoli pagine mozartiane. Con l\u2019aiuto di Francesco Rondinella, Florimo diede corso alla compilazione dei cataloghi sistematico ed alfabetico<\/p>\n

Durante il periodo della sua direzione furono acquistate moltissime opere musicali, storiche, didattiche; fu avviata una sezione di biografie ed aggiornata quella dei Trattati per lo studio della Composizione. Negli ultimi anni della sua vita Francesco Florimo don\u00f2 alla Biblioteca \u201cuna ricchissima collezione di lettere autografe d\u2019uomini e di donne eminenti nelle arti belle, nelle scienze e nella politica, che brillarono nella prima met\u00e0 del secolo che volge\u201d.
\nSuccessore di Florimo fu nominato, nel 1889, il letterato e critico musicale Rocco Pagliara: egli ricopr\u00ec un ruolo importantissimo nel Conservatorio S. Pietro a Majella visto che alla carica di bibliotecario assomm\u00f2 quelle di direttore amministrativo e disciplinare dell\u2019Istituto. Negli anni della sua gestione il patrimonio della Biblioteca aument\u00f2 sensibilmente, fu acquisito molto materiale manoscritto e raro ma anche grande quantit\u00e0 di edizioni delle opere dei maggiori musicisti contemporanei italiani e stranieri. Pagliara acquist\u00f2 autografi di Saverio Mercadante, Gaetano Donizetti, Giuseppe Martucci, del poeta e librettista Salvatore Cammarano; moltissime copie manoscritte di opere, arie e musica religiosa dei maggiori autori del \u2018700 napoletano quali Traetta, Piccinni, Sacchini, Pergolesi, Jommelli, Porpora, ecc.; nel 1896 acquist\u00f2 la preziosa collezione di figurini acquerellati a mano di opere e balli rappresentati al S. Carlo negli ultimi cinquant\u2019anni. Alla morte di Rocco Pagliara, avvenuta nel maggio 1914, il Ministero della Pubblica Istruzione incaric\u00f2 Salvatore Di Giacomo, direttore della Sezione Lucchesi Palli della Biblioteca Nazionale di Napoli, di effettuare una \u201crevisione tecnica\u201d della Biblioteca del Conservatorio. Fu quest\u2019incarico estremamente gradito al letterato napoletano, anche perch\u00e9 lo vedeva tornare in veste di \u201cispettore\u201d a quella Biblioteca presso cui aveva avuto \u2013 circa vent\u2019anni prima \u2013 il suo primo incarico di sottobibliotecario, e dalla quale era poi stato trasferito, su suggerimento dello stesso Pagliara, per i difficili rapporti che fin dall\u2019inizio si erano stabiliti tra loro. Di Giacomo lavor\u00f2 alacremente per dieci mesi introducendo un nuovo modo di gestire la Biblioteca: essa venne dotata di registri e moduli che ne permettevano un controllo ed un monitoraggio continuo sia della consistenza patrimoniale che della consultazione; tutto era finalizzato non solo a preservare il patrimonio esistente, ma anche a renderlo disponibile allo studio ed a promuoverne la conoscenza. Inoltre compil\u00f2, al termine del suo mandato (giugno 1915), una relazione in cui evidenziava le pecche che aveva riscontrato nella precedente conduzione, elencava quanto da lui promosso nel periodo della sua permanenza e formulava una serie di proposte su quanto vi era ancora da fare.
\nIntanto nel marzo 1915 era stato nominato bibliotecario, per concorso, Fausto Torrefranca, gi\u00e0 docente di Storia della Musica presso lo stesso Istituto. Nel suo periodo di incarico (rassegn\u00f2 le dimissioni nel gennaio 1923) egli fece ben poco per la Biblioteca, anche perch\u00e9 furono moltissime le richieste di permessi, di congedi per malattia, di aspettativa per motivi familiari o militari: stando agli atti sembra che egli abbia effettuato 120 giorni di presenza effettiva in pi\u00f9 di sette anni. Il suo arruolamento volontario determin\u00f2 nel 1915 una nuova presenza di Di Giacomo alla Biblioteca del Conservatorio S. Pietro a Majella, e fu in questo periodo che pot\u00e9 dedicarsi allo studio di \u201coltre un centinaio di volumi manoscritti\u2026 n\u00c8 quali \u00e8 contenuta\u2026la storia tutta quanta degli antichi nostri Conservatori\u201d, riportati alla luce, dal sottoscala dov\u2019erano abbandonati, dal Regio Commissario Salvagnini nel 1913.<\/p>\n

Il risultato di tali ricerche fu la pubblicazione de \u201cI quattro antichi conservatori di musica a Napoli\u201d<\/strong> (Palermo 1924\/28).
\nContinuando le prolungate assenze del Torrefranca il Ministero comand\u00f2 a Napoli, da febbraio a luglio 1921, il bibliotecario del Conservatorio di Parma: il compositore Guido Gasperini, fondatore e presidente dell\u2019Associazione dei Musicologi Italiani. La validit\u00e0 del suo intervento sarebbe stata vana se egli non avesse chiesto il trasferimento definitivo presso la Biblioteca napoletana a seguito delle dimissioni di Torrefranca. La sua attivit\u00e0 si incentr\u00f2 soprattutto sull\u2019opera di inventariazione e catalogazione dei beni esistenti, compilando anche una nuovo inventario topografico – sostitutivo di quello del Di Giacomo – a seguito della diversa disposizione dei libri dovuta alla concessione di ulteriori locali alla Biblioteca. Importantissima ed insostituibile \u00e8 ancor oggi la sua catalogazione del fondo antico che venne pubblicata nel 1934, nell\u2019ambito di un progetto che venne attuato dall\u2019associazione da lui presieduta tra il 1909 ed il 1941:
\n\u201cAssociazione dei musicologi italiani. Catalogo delle opere musicali teoriche e pratiche di autori vissuti sino ai primi decenni del secolo XIX, esistenti nelle biblioteche e negli archivi pubblici e privati d\u2019Italia. Serie X: Citt\u00e0 di Napoli, Biblioteca del R. Conservatorio S. Pietro a Majella\u201d<\/strong>.
\nGuido Gasperini fu collocato a riposo nel 1935 per raggiunti limiti di et\u00e0 e, per circa quattro anni, il suo posto rimase vacante: l\u2019attivit\u00e0 della Biblioteca pot\u00e9 continuare, per la sua ordinaria amministrazione, solo grazie alla disponibilit\u00e0 del personale ausiliario. Finalmente nel 1939 venne nominato bibliotecario il musicista e musicologo Ugo Sesini. Egli si propose di dare alla Biblioteca un nuovo e pi\u00f9 moderno assetto cercando di conciliarne le due diverse funzioni: biblioteca scolastica, corredata di un aggiornato e ricco materiale musicale a disposizione degli studenti e delle diverse classi, ed al tempo stesso Biblioteca pubblica e \u201cstorica\u201d, posta a salvaguardia del nostro incomparabile patrimonio musicale ed in grado di consentire agli studiosi una facile ed esaustiva consultazione. L\u2019avvento del secondo conflitto mondiale priv\u00f2 purtroppo il Conservatorio di questo validissimo personaggio che, deportato dai tedeschi, mor\u00ec nel campo di sterminio di Mauthausen nel 1945. L\u2019opera di risistemazione di tutto il patrimonio librario, posto al riparo da eventuali bombardamenti, fu iniziata dal compositore Ennio Porrino che svolse l\u2019incarico di bobliotecario negli anni 1946\/47. L\u2019anno successivo, avendo Porrino accettato l\u2019insegnamento di Composizione presso lo stesso Istituto, gli successe la pianista e musicologa Anna Mondolfi che ricopr\u00ec quest\u2019incarico per circa trent\u2019anni. Una volta ripristinato l\u2019ordine necessario per un buon funzionamento della biblioteca, la signora Mondolfi, coadiuvata dal marito professor Francesco Bossarelli \u2013 uomo di grande cultura e di rara gentilezza -, procedette alla catalogazione e sistemazione delle numerose e importanti donazioni intanto pervenute all\u2019Istituto: la donazione del M\u00b0 Pietro Platania, il Fondo Franco Michele Napolitano, la donazione Stefano Falco (in cui \u00e8 compresa una rarissima edizione cinquecentesca dei \u201cVersi spirituali\u201d di Antonio Valente), ed altre ancora. Nel 1962 fu inaugurato il secondo piano della Biblioteca, dove vennero collocate la Sala Rari, la Sala Consultazione, la Sala Musica Strumentale e Religiosa, la Sezione Periodici e la Direzione della Biblioteca stessa.
\nNaturalmente non fu trascurato l\u2019acquisto di edizioni moderne, incrementando soprattutto gli Opera Omnia tra cui quelli di Bach, Palestrina, Monteverdi, Haydn, Beethoven, H\u00e4ndel, Brahms e molti altri.<\/p>\n

Nel 1978 Anna Mondolfi fu collocata a riposo, per raggiunti limiti di et\u00e0, ed il suo posto fu assunto dal dott. Francesco Melisi tuttora in servizio. Egli ha curato la pubblicazione del \u201cCatalogo del libretti d\u20190pera in musica dei secoli XVII e XVIII\u201d<\/strong> (Napoli, Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella , 1985) e del \u201cCatalogo dei libretti per musica dell\u2019Ottocento (1800\/1860)\u201c<\/strong> (Lucca, LIM, 1990) che testimoniano l\u2019importanza della vastissima raccolta di libretti d\u2019opera (circa 7000) in possesso della Biblioteca.
\nNel novembre 1995 la Direzione del Conservatorio S. Pietro a Majella fu assegnata dal Ministero della Pubblica Istruzione – per chiara fama \u2013 al M\u00b0 Roberto De Simone che, fin dal suo arrivo, ha pi\u00f9 volte richiamato l\u2019attenzione del mondo della cultura e della politica italiana sulla situazione di \u201cgravissima precariet\u00e0\u201d in cui versava la Biblioteca dell\u2019Istituto. A coronamento di tanto impegno nel 1998 \u00e8 stato finalmente varato, dal Ministero della Pubblica Istruzione, un \u201cProgetto per il riordino e la riqualificazione della Biblioteca del Conservatorio S. Pietro a Majella\u201d, con il relativo stanziamento di fondi, per la catalogazione e la tutela del patrimonio della Biblioteca. In tale progetto sono stati fatti convergere anche altri progetti, gi\u00e0 finanziati, a favore della Biblioteca e del Museo del Conservatorio di Napoli: la ristrutturazione dell\u2019edificio, come da progetto della Soprintendenza ai Beni Architettonici; il cablaggio dell\u2019Istituto e quindi della Biblioteca per il collegamento con SBN attraverso il polo della Biblioteca Nazionale; l\u2019acquisto delle attrezzature per la gestione automatizzata della Biblioteca; l\u2019eventuale utilizzo della somma messa a disposizione della Biblioteca Nazionale per la catalogazione dei manoscritti. Finalmente oggi tutto questo \u00e8 realt\u00e0: si sta procedendo ad una catalogazione \u201ca tappeto\u201d per poter avere in SBN Musica tutte le informazioni inerenti la Biblioteca napoletana. Vi \u00e8 una stima, peraltro del tutto ipotetica, che quantifica il patrimonio librario in quarantamila manoscritti e quattrocentomila edizioni a stampa; al momento l\u2019unica certezza \u00e8 che i libri in possesso del Conservatorio occupano 1.500 metri lineari.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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