{"id":395,"date":"2017-03-21T07:48:46","date_gmt":"2017-03-21T07:48:46","guid":{"rendered":"https:\/\/www.sanpietroamajella.it\/?page_id=395"},"modified":"2017-03-21T08:24:45","modified_gmt":"2017-03-21T08:24:45","slug":"galleria-fotografica","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/www.sanpietroamajella.it\/galleria-fotografica\/","title":{"rendered":"Galleria fotografica"},"content":{"rendered":"

Achille In Sciro<\/strong><\/p>\n

\"sciro\"<\/a>Autore: Sarro, Domenico
\nDescrizione: con l’Achille in Sciro venne inaugurato, nel 1737, il teatro S. Carlo. La sua edificazione fu voluta da Carlo III di Borbone (non a caso per giorno di inaugurazione venne scelto il 4 novembre, onomastico del re) per sostituire, nel ruolo di teatro regio, il vecchio teatro di S. Bartolomeo. Il S. Carlo \u00e8 il pi\u00f9 antico teatro d’opera tuttora in attivit\u00e0.<\/p>\n

Achille In Sciro<\/strong><\/p>\n

\"sc2\"<\/a>Autore: Sarro, Domenico
\nDescrizione: pagina della partitura<\/p>\n

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Adelson e Salvini<\/strong><\/p>\n

\"adelson\"<\/a>Descrizione: Adelson e Salvini \u00e8 il primo melodramma di Bellini, rappresentato nel 1825 al teatro del Conservatorio di S. Sebastiano. Era tradizione del Conservatorio napoletano che gli alunni pi\u00f9 meritevoli rappresentassero, a coronamento del corso di studi, un proprio lavoro teatrale. I frammenti autografi conservati alla Biblioteca del Conservatorio di Napoli fanno parte di una rielaborazione compiuta da Bellini in vista di una rappresentazione al teatro del Fondo, che per\u00f2 non and\u00f2 mai in scena.<\/p>\n

Ardo sospiro e piango<\/strong><\/p>\n

\"ardo\"<\/a>Autore: Rossi, Luigi
\nDescrizione: nel corso dell’Ottocento, con l’intento di ordinare il materiale attraverso l’ordine alfabetico degli autori, sono stati smembrati molti manoscritti antologici contenenti cantate di vari autori. Il manoscritto da cui \u00e8 stata estrapolata questa cantata a due voci di Luigi Rossi era in origine una antologia di cantate a due voci; \u00e8 stato finora possibile individuare altre cantate di Francesco Antonio Tenaglia e Francesco Provenzale provenienti dallo stesso manoscritto.<\/p>\n

Christus e Miserere<\/strong><\/p>\n

\"chr\"<\/a>Autore: Paisiello, Giovanni
\nDescrizione: a differenza dell’opera, che di norma restava in repertorio per pochi anni, la musica sacra veniva spesso ripresa per lungo tempo; in particolare il Christus e Miserere, che si cantava in occasione dei riti della Settimana Santa, continuava ad essere ripreso a volte per decenni. Da una nota sulle carte di guardia apprendiamo che questa composizione di Paisiello, scritta per il convento di SS. Severino e Sossio nel 1794, venne eseguita ancora nella chiesa del Conservatorio nel 1888.<\/p>\n

Concerto in Sol Maggiore per due flauti e orchestra<\/strong><\/p>\n

\"conc\"<\/a>Autore: Cimarosa, Domenico
\nDescrizione: la musica strumentale napoletana \u00e8 rimasta per lungo tempo legata ad una committenza, il pi\u00f9 delle volte da parte di famiglie nobili appassionate di musica. Nel caso del Concerto per due flauti di Cimarosa, si tratta dell’ambasciatore austriaco a Napoli, appartenente alla famiglia Esterhazy. Gli Esterhazy hanno un posto importante nella storia della musica viennese per i rapporti, tra i maggiori, con Haydn, Mozart, Beethoven e Schubert.<\/p>\n

Concerto in Sol Maggiore per due flauti ed orchestra<\/strong><\/p>\n

\"conc2\"<\/a>Autore: Cimarosa, Domenico
\nDescrizione: pagina della partitura<\/p>\n

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Concerto per cembalo ed orchestra in Do Maggiore<\/strong><\/p>\n

\"9\"<\/a>Autore: Paisiello, Giovanni
\nDescrizione: il Concerto in Do maggiore per cembalo venne composto da Paisiello tra il 1781 ed il 1783 (gli anni del soggiorno pietroburghese). Come era frequente per la musica strumentale di quel periodo, il concerto venne composto per essere eseguito da un nobile dilettante, in questo caso una dama d’onore di Caterina II di Russia.<\/p>\n

Concerto per violoncello ed orchestra d’archi in Fa Minore<\/strong><\/p>\n

\"10\"<\/a>Autore: Leo, Leonardo
\nDescrizione: Leonardo Leo (1694-1744), allievo di Nicola Fago e maestro di Piccinni e Jommelli, si inserisce nella grande scuola dei quattro Coservatori napoletani. Il Concerto per violoncello (uno dei 6 da lui composti tra il 1737 ed il 1738) \u00e8 anche testimonianza della vita musicale che si svolgeva presso le famiglie nobili napoletane: fu scritto per la famiglia del Duca Carafa di Maddaloni, la stessa che pi\u00f9 di cinquant’anni prima aveva fornito la prima occasione di incontro tra un giovanissimo Alessandro Scarlatti e Napoli, organizzando nel 1681 una rappresentazione nel teatro del suo palazzo degli Equivoci nel sembiante, la prima opera scarlattiana.<\/p>\n

Da sventura a sventura<\/strong><\/p>\n

\"sv\"<\/a>Autore: Scarlatti, Alessandro
\nDescrizione: la Cantata Da sventura a sventura di Alessandro Scarlatti \u00e8 un raro – forse unico – caso in cui la parte strumentale, invece che dal basso continuo, \u00e8 realizzata da una parte di clavicembalo fortemente concertante, scritta per esteso dallo stesso compositore. La sua particolarit\u00e0 non \u00e8 sfuggita a Giuseppe Sigismondo, bibliotecario della Piet\u00e0 dei Turchini, compositore e bibliografo, che ha realizzato la copia proposta nell’immagine.<\/p>\n

Didone Abbandonata<\/strong><\/p>\n

\"didone\"<\/a>Autore: Piccinni, Nicola
\nDescrizione:Trentasei anni dopo la prima versione, andata in scena al teatro San Carlo con musica di Domenico Sarri, e dopo circa altre quaranta versioni musicali, anche Nicola Piccinni, nel 1770, mette in musica il celeberrimo libretto metastasiano. La fortuna della Didone abbandonata continuer\u00e0 ancora per oltre cinquant’anni fino al 1823, quando verr\u00e0 musicata da Saverio Mercadante<\/p>\n

El robo de Proserpina y sentencia de Jupiter<\/strong><\/p>\n

\"12\"<\/a>Autore: Coppola, Filippo
\nDescrizione: Filippo Coppola (1628-1680) fu Maestro della cappella reale napoletana dal 1658 fino alla morte, e contemporaneamente fu, assieme a Francesco Provenzale, tra i primi compositori napoletani attivi nel teatro d’opera. El robo de Proserpina, rappresentata al Palazzo Reale nel 1678, \u00e8 un atipico esempio di melodramma in lingua spagnola, chiaro omaggio al governo spagnolo di quel periodo.<\/p>\n

Il Barbiere di Siviglia<\/strong><\/p>\n

\"13\"<\/a>Autore: Paisiello, Giovanni
\nDescrizione: Rappresentata nel 1782 a San Pietroburgo, alla corte di Caterina di Russia, il Barbiere di Siviglia di Paisiello (una delle prime opere tratte dalla commedia di Beaumarchais) ebbe un successo duraturo, tanto da essere ancora ben presente in repertorio nel 1816, anno della prima rappresentazione del Barbiere di Rossini. L’autografo di Paisiello conserva le tracce degli adattamenti cui venivano normalmente sottoposte le opere da una rappresentazione all’altra.<\/p>\n

Il Flaminio<\/strong><\/p>\n

\"14\"<\/a>Autore: Pergolesi, Giovanbattista
\nDescrizione:Il Flaminio \u00e8 l’ultima opera di Pergolesi (rappresentata al teatro Nuovo nel 1735, pochi mesi prima della morte). Il libretto non \u00e8 pi\u00f9 tutto in napoletano, come avveniva nella primitiva commedeja pe’ mmusica; l’alternanza tra italiano e napoletano (ormai non pi\u00f9 lingua, ma dialetto) connota rispettivamente i personaggi “alti” e quelli “bassi”. Il Flaminio \u00e8 tra le composizioni di Pergolesi utilizzate da Strawinski come base per il suo Pulcinella.<\/p>\n

Il matrimonio segreto<\/strong><\/p>\n

\"matr\"<\/a>Autore: Cimarosa, Domenico
\nDescrizione: Il matrimonio segreto fu scritta e rappresentata nel 1792 a Vienna, dove Cimarosa si era fermato di ritorno dal suo soggiorno a San Pietroburgo. L’enorme successo della prima rappresentazione (l’imperatore Leopoldo II volle che l’intera opera fosse replicata seduta stante) continu\u00f2 a lungo, tanto che l’opera conobbe non meno di trenta rappresentazioni fino alla fine del secolo, e – caso molto raro per le opere di questo periodo – veniva ancora messa in scena, anche se episodicamente, anche oltre la met\u00e0 dell’Ottocento.<\/p>\n

L’Arsace<\/strong><\/p>\n

\"arsace\"<\/a>Autore: Sarro, Domenico
\nDescrizione: L’Arsace di Domenico Sarro and\u00f2 in scena al Teatro S. Bartolomeo nel 1718. Questa copia della partitura \u00e8 stata considerata autografa (come attesta il timbro sul frontespizio), forse a causa della dicitura “originale” apposta, sempre sul frontespizio, successivamente alla redazione del manoscritto. In realt\u00e0 si tratta di un copista napoletano di cui si conservano una gran quantit\u00e0 di manoscritti di opere e di cantate.<\/p>\n

Il Pirata<\/strong><\/p>\n

\"pirata\"<\/a>Autore: Bellini, Vincenzo
\nDescrizione: Il pirata \u00e8 l’opera con la quale Bellini fa il suo trionfale esordio alla Scala di Milano. Assieme alla Zaira \u00e8 una delle due opere belliniane non andate in scena in prima rappresentazione a Napoli di cui la biblioteca del Conservatorio conserva l’autografo, probabile testimonianza della fraterna amicizia che legava il bibliotecario Francesco Florimo a Bellini, suo compagno di studi.<\/p>\n

L’elisir d’amore<\/strong><\/p>\n

\"elisir\"<\/a>Autore: Donizetti, Gaetano
\nDescrizione:Tra i numerosi autografi donizettiani conservati alla biblioteca del Conservatorio di Napoli spicca quello dell’Elisir d’amore, uno dei capolavori assoluti di Donizetti. Questa partitura, dopo essere stato digitalizzata, \u00e8 stata sottoposta ad una completa operazione di restauro.<\/p>\n

La gazzetta<\/strong><\/p>\n

\"gz\"<\/a>Autore: Rossini, Gioachino
\nDescrizione: Gli autografi di alcune delle opere del periodo napoletano di Rossini sono conservate alla biblioteca del Conservatorio. Tra queste La gazzetta, andata in scena al teatro dei Fiorentini nel 1816.<\/p>\n

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La Giuditta<\/strong><\/p>\n

\"gzpart\"<\/a>Autore: Scarlatti, Alessandro
\nDescrizione: La legatura riporta sulla copertina lo stemma cardinalizio di Pietro Ottoboni, autore del libretto della Giuditta e protettore di Alessandro Scarlatti. La ricchezza della decorazione della legatura \u00e8 chiaro segno di una copia da collezione (che presenta infatti anche una scrittura pi\u00f9 elegante rispetto al pur alto standard dei copisti di questo periodo). Il fraintendimento di una nota coeva su di una carta di guardia (“quella fu la miglior opera di Scarlatti la quale fu regalata dal medemo al Cardinal Fieschi”) ha portato a ritenere autografa la partitura.<\/p>\n

La Giuditta<\/strong><\/p>\n

\"gzp2\"<\/a>Autore: Scarlatti, Alessandro
\nDescrizione: pagina della partitura<\/p>\n

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La Paglietta<\/strong><\/p>\n

\"pagl\"<\/a>Autore: Faggioli, Michelangelo
\nDescrizione: Michelangelo Faggioli (Napoli, 1666-1733) \u00e8 stato uno dei compositori che ha partecipato, nei primissimi anni del ‘700 alla stagione della commedeja pe’ mmusica in dialetto napoletano. Tra le sue poche composizioni sopravvissute (tutte alla Biblioteca del Conservatorio di Napoli) c’\u00e8 la Cantata La Paglietta, una presa in giro del ceto forense napoletano, tanto pi\u00f9 gustosa se si pensa che lo stesso Faggioli era avvocato, e che spesso erano avvocati i librettisti della commedeja pe’ mmusica.<\/p>\n

Laudate pueri<\/strong><\/p>\n

\"laudate\"<\/a>Autore: Pergolesi, Giovanbattista
\nDescrizione:nel corso degli ultimi cinquanta anni il catalogo delle opere pergolesiane \u00e8 stato sottoposto ad una attenta revisione. Particolarmente critico si \u00e8 rivelato il settore della musica liturgica, in cui soltanto undici delle oltre sessanta composizioni tradizionalmente attribuite a Pergolesi sono attualmente considerate sicuramente autentiche. Il salmo Laudate pueri, grazie all’evidenza data dalla sopravvivenza dell’autografo, \u00e8 tra queste.<\/p>\n

Li zite ‘n galera<\/strong><\/p>\n

\"zite\"<\/a>Autore: Vinci, Leonardo
\nDescrizione: Li zite ‘n galera, rappresentato al Teatro dei Fiorentini nel 1722, \u00e8 il pi\u00f9 celebre esempio di commedeja pe’ mmusica di cui sia sopravvissuta la partitura. Il napoletano, in questa prima stagione, non \u00e8 considerato un dialetto, ma una vera lingua, in cui esprimere interamente il testo, comprese didascalie sceniche e indicazioni di atto e di scena.<\/p>\n

Messa da Requiem in Sol minore per 4 Voci e orchestra<\/strong><\/p>\n

\"messa\"<\/a>Autore: Cimarosa, Domenico
\nDescrizione:
\nLa Messa da Requiem in Sol minore di Cimarosa venne scritta a San Pietroburgo subito dopo il suo arrivo, nel dicembre del 1787. Venne eseguita per i funerali della duchessa Serra Capriola, moglie dell’ambasciatore in Russia del Regno delle Due Sicilie, che ebbe probabilmente un ruolo importante nell’assicurare a Cimarosa l’incarico di maestro di cappella presso la corte di Caterina di Russia.<\/p>\n

Miserere<\/strong><\/p>\n

\"miserere\"<\/a>Autore: Leo, Leonardo
\nDescrizione: il Miserere di Leo \u00e8 considerato uno dei caposaldi della musica sacra napoletana nello stile osservato, che si rif\u00e0, almeno idealmente, allo stile contrappuntistico cinquecentesco. Wagner, in una sua visita a Napoli, ebbe modo di ascoltare questo Miserere, restandone profondamente colpito<\/p>\n

Notturno per orchestra in Re Maggiore<\/strong><\/p>\n

\"notturno\"<\/a>Autore: Sigismondo, Giuseppe
\nDescrizione:Giuseppe Sigismondo (1739-1826) \u00e8 stato bibliotecario del Conservatorio di Napoli succedendo al fondatore Saverio Mattei. La sua collezione di stampe e manoscritti musicali \u00e8 stata venduta al Conservatorio di Napoli in due riprese (nel 1794 e, dagli eredi, subito dopo la morte di Sigismondo), arricchendo notevolmente la biblioteca. Oltre alle edizioni di madrigali cinque-seicenteschi, ai trattati teorici e ai manoscritti (anche autografi) di autori in prevalenza napoletani, \u00e8 da segnalare, nella collezione di Sigismondo, anche la presenza di un folto gruppo di sue composizioni. Sebbene si autodefinisse “dilettante di musica”, Sigismondo aveva infatti seguito solidi studi musicali; secondo quanto egli stesso dichiara, erano stati suoi maestri, tra gli altri, Porpora e Jommelli.<\/p>\n

Orfeo ed Euridice<\/strong><\/p>\n

\"orfeo\"<\/a>Autore: Gluck, Christoph Willibald
\nDescrizione: la splendida copertina in marocchino decorato in oro \u00e8 il segno distintivo dei manoscritti donati alla neonata biblioteca del Conservatorio della Piet\u00e0 dei Turchini dalla moglie di Ferdinando IV, Maria Carolina d’Austria. Il manoscritto proposto \u00e8 la versione dell’Orfeo ed Euridice andata in scena nel 1774 al teatro S. Carlo. In quell’occasione l’opera di Gluck venne profondamente rimaneggiata rispetto all’originale viennese, in modo da adeguarlo al gusto prevalente a Napoli; degli adattamenti venne incaricato Johann Christian Bach, figlio di Johann Sebastian.<\/p>\n

Sinfonia<\/strong><\/p>\n

\"sinfonia\"<\/a>Autore: MARTUCCI, Giuseppe
\nDescrizione: il Conservatorio napoletano ha accompagnato Giuseppe Martucci (Capua 1856 – Napoli 1909) per tutta la vita; egli ne \u00e8 stato dapprima allievo (1868-1871), poi docente di Pianoforte (1880-1886) e infine direttore (1902-1909). La Sinfonia op. 75 \u00e8 uno dei lavori pi\u00f9 significativi della cosiddetta “rinascita strumentale” della musica italiana, di cui Martucci fu uno dei principali artefici. L’autografo della sinfonia appartiene ad un fondo di manoscritti autografi conservato alla Biblioteca del Conservatorio di Napoli (circa 70 unit\u00e0); \u00e8 datato “Castiglione dei Pepoli Luglio 1895”; la sinfonia appartiene quindi al periodo in cui Martucci era direttore del Liceo Musicale di Bologna (1886-1902).<\/p>\n

Socrate immaginario<\/strong><\/p>\n

\"socrater\"<\/a>Autore: Paisiello, Giovanni
\nDescrizione: il libretto del Socrate immaginario, sebbene firmato soltanto da Giovan Battista Lorenzi, si avvalse della collaborazione di Ferdinando Galiani, figura di spicco della cultura napoletana della seconda met\u00e0 del Settecento, che conserv\u00f2 a lungo cordiali rapporti con paisiello. Il libretto prende in giro un certo tipo di erudito, e nel protagonista \u00e8 riconoscibile Saverio Mattei, il fondatore della biblioteca del Conservatorio della Piet\u00e0 dei Turchini.<\/p>\n

Toni ecclesiastici<\/strong><\/p>\n

\"toni\"<\/a>Autore: Greco, Gaetano
\nDescrizione: Gaetano Greco (c1657-1728), con la sua lunga attivit\u00e0 di insegnamento nel Conservatorio dei Poveri di Ges\u00f9 Cristo (dal 1777 alla morte) pu\u00f2 essere considerato uno dei fondatori della scuola napoletana. Tra i suoi alleivi si contano Nicola Porpora, Leonardo Vinci e Domenico Scarlatti. Un intento didattico non \u00e8 estraneo nemmeno a questi Toni ecclesiastici, in cui i Dixit che introducono i versetti vengono proposti con diverse armonizzazioni<\/p>\n

Vulcano<\/strong><\/p>\n

\"vulcano\"<\/a>Autore: Porpora, Nicola
\nDescrizione: la carriera di Nicola Porpora (1686-1768) ha toccato molte delle capitali della musica del settecento: oltre a Napoli, dove nacque e studi\u00f2, fu attivo a Roma, Vienna, Monaco, Venezia, Londra (in concorrenza con Haendel) e Dresda, per poi tornare a Napoli e trascorrervi gli ultimi anni della sua vita. La cantata con archi Vulcano, composta presumibilmente durante uno dei suoi soggiorni veneziani degli anni Trenta del Settecento, \u00e8 uno dei pochi suoi autografi di cantate sopravvissuti.<\/p>\n\r\n