Storia

La Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella conserva un patrimonio assolutamente unico al mondo ed inestimabile di manoscritti, stampe rare musicali, libretti d’opera, documenti. Voluta dal letterato Saverio Mattei, “regio delegato” dell’Orfanotrofio della Pietà dei Turchini dal 1791 al 1795, il suo nucleo fondamentale fu costituito soprattutto grazie alle donazioni di libri e manoscritti da parte dello stesso Mattei e di Giuseppe Sigismondo, da lui nominato bibliotecario. Nel gennaio 1795 il re Ferdinando IV di Borbone, accogliendo un’istanza del regio delegato, emise un decreto in cui si ordinava “agli impresari di teatri in questa capitale… che diano alla medesima Biblioteca una copia di ogni spartito di opera o commedia che daranno sulle scene del rispettivo teatro” ed inoltre esaudì la richiesta di donare alla costituenda Biblioteca gli spartiti delle opere rappresentate in passato al Teatro S. Carlo, solitamente donate alla regina Maria Carolina. La disposizione di Ferdinando venne in seguito confermata dai decreti di Gioacchino Murat (7 novembre 1811), di Francesco I di Borbone (29 agosto 1829) e di Ferdinando II di Borbone (11 luglio 1851).

Nel 1801 fu pubblicato il primo catalogo – Indice di tutti i libri e spartiti di musica che conservansi nell’Archivio del Real Conservatorio della Pietà dÈ Torchini – che consente di rilevare la consistenza del patrimonio librario raggiunto all’epoca: “n° 410 volumi di opere e n° 205 pezzi sciolti”. Nel 1805 la Pietà dei Turchini si fuse con il Loreto a Capuana (nato nel 1797 dal trasferimento degli ultimi alunni del Conservatorio S. Maria di Loreto in quello di S. Onofrio a Capuana) trasferendosi poi, nel 1808, nei locali dell’ex-monastero delle Dame di San Sebastiano, dove rimase fino al 1826. Il trasferimento del Real Collegio di Musica – questo era il nuovo nome dell’Istituto – al complesso di S. Pietro a Majella avvenne nella primavera del 1826 e coincise con la morte dell’attivissimo Giuseppe Sigismondo, che tanto si era prodigato per la costituzione della Biblioteca.
Dal 1826 al 1888, prima in qualità di reggente e poi di direttore, fu Francesco Florimo che si occupò dell Archivio del Real Collegio: musicista formatosi nel collegio di S. Sebastiano, amico di Vincenzo Bellini, svolse il suo incarico con passione e dedizione davvero rare. Nel 1827 fece acquistare al Conservatorio la preziosa collezione privata del Sigismondo, nel 1852 gli spartiti autografi di Domenico Cimarosa; numerosi autografi di autori contemporanei, quali Bellini e Mercadante, arricchirono il sempre più vasto patrimonio librario della Biblioteca. Con l’unità d’Italia non fu riconfermato l’antico diritto: venne disposto che gli editori di opere musicali dovessero depositarne copia presso la Prefettura anziché all’Archivio del Conservatorio. Tale provvedimento amareggiò profondamente il Florimo che però continuò instancabile a chiedere donazioni agli artisti che operavano a Napoli – si pensi al Quartetto donato alla Biblioteca da Giuseppe Verdi – ed a cercare, nei suoi numerosi viaggi, sempre nuovi libri e documenti per l’Istituto partenopeo; risale al 1882 l’acquisizione della collezione del marchese Capece Minutolo, ricca di pregevoli pagine mozartiane. Con l’aiuto di Francesco Rondinella, Florimo diede corso alla compilazione dei cataloghi sistematico ed alfabetico

Durante il periodo della sua direzione furono acquistate moltissime opere musicali, storiche, didattiche; fu avviata una sezione di biografie ed aggiornata quella dei Trattati per lo studio della Composizione. Negli ultimi anni della sua vita Francesco Florimo donò alla Biblioteca “una ricchissima collezione di lettere autografe d’uomini e di donne eminenti nelle arti belle, nelle scienze e nella politica, che brillarono nella prima metà del secolo che volge”.
Successore di Florimo fu nominato, nel 1889, il letterato e critico musicale Rocco Pagliara: egli ricoprì un ruolo importantissimo nel Conservatorio S. Pietro a Majella visto che alla carica di bibliotecario assommò quelle di direttore amministrativo e disciplinare dell’Istituto. Negli anni della sua gestione il patrimonio della Biblioteca aumentò sensibilmente, fu acquisito molto materiale manoscritto e raro ma anche grande quantità di edizioni delle opere dei maggiori musicisti contemporanei italiani e stranieri. Pagliara acquistò autografi di Saverio Mercadante, Gaetano Donizetti, Giuseppe Martucci, del poeta e librettista Salvatore Cammarano; moltissime copie manoscritte di opere, arie e musica religiosa dei maggiori autori del ‘700 napoletano quali Traetta, Piccinni, Sacchini, Pergolesi, Jommelli, Porpora, ecc.; nel 1896 acquistò la preziosa collezione di figurini acquerellati a mano di opere e balli rappresentati al S. Carlo negli ultimi cinquant’anni. Alla morte di Rocco Pagliara, avvenuta nel maggio 1914, il Ministero della Pubblica Istruzione incaricò Salvatore Di Giacomo, direttore della Sezione Lucchesi Palli della Biblioteca Nazionale di Napoli, di effettuare una “revisione tecnica” della Biblioteca del Conservatorio. Fu quest’incarico estremamente gradito al letterato napoletano, anche perché lo vedeva tornare in veste di “ispettore” a quella Biblioteca presso cui aveva avuto – circa vent’anni prima – il suo primo incarico di sottobibliotecario, e dalla quale era poi stato trasferito, su suggerimento dello stesso Pagliara, per i difficili rapporti che fin dall’inizio si erano stabiliti tra loro. Di Giacomo lavorò alacremente per dieci mesi introducendo un nuovo modo di gestire la Biblioteca: essa venne dotata di registri e moduli che ne permettevano un controllo ed un monitoraggio continuo sia della consistenza patrimoniale che della consultazione; tutto era finalizzato non solo a preservare il patrimonio esistente, ma anche a renderlo disponibile allo studio ed a promuoverne la conoscenza. Inoltre compilò, al termine del suo mandato (giugno 1915), una relazione in cui evidenziava le pecche che aveva riscontrato nella precedente conduzione, elencava quanto da lui promosso nel periodo della sua permanenza e formulava una serie di proposte su quanto vi era ancora da fare.
Intanto nel marzo 1915 era stato nominato bibliotecario, per concorso, Fausto Torrefranca, già docente di Storia della Musica presso lo stesso Istituto. Nel suo periodo di incarico (rassegnò le dimissioni nel gennaio 1923) egli fece ben poco per la Biblioteca, anche perché furono moltissime le richieste di permessi, di congedi per malattia, di aspettativa per motivi familiari o militari: stando agli atti sembra che egli abbia effettuato 120 giorni di presenza effettiva in più di sette anni. Il suo arruolamento volontario determinò nel 1915 una nuova presenza di Di Giacomo alla Biblioteca del Conservatorio S. Pietro a Majella, e fu in questo periodo che poté dedicarsi allo studio di “oltre un centinaio di volumi manoscritti… nÈ quali è contenuta…la storia tutta quanta degli antichi nostri Conservatori”, riportati alla luce, dal sottoscala dov’erano abbandonati, dal Regio Commissario Salvagnini nel 1913.

Il risultato di tali ricerche fu la pubblicazione de “I quattro antichi conservatori di musica a Napoli” (Palermo 1924/28).
Continuando le prolungate assenze del Torrefranca il Ministero comandò a Napoli, da febbraio a luglio 1921, il bibliotecario del Conservatorio di Parma: il compositore Guido Gasperini, fondatore e presidente dell’Associazione dei Musicologi Italiani. La validità del suo intervento sarebbe stata vana se egli non avesse chiesto il trasferimento definitivo presso la Biblioteca napoletana a seguito delle dimissioni di Torrefranca. La sua attività si incentrò soprattutto sull’opera di inventariazione e catalogazione dei beni esistenti, compilando anche una nuovo inventario topografico – sostitutivo di quello del Di Giacomo – a seguito della diversa disposizione dei libri dovuta alla concessione di ulteriori locali alla Biblioteca. Importantissima ed insostituibile è ancor oggi la sua catalogazione del fondo antico che venne pubblicata nel 1934, nell’ambito di un progetto che venne attuato dall’associazione da lui presieduta tra il 1909 ed il 1941:
“Associazione dei musicologi italiani. Catalogo delle opere musicali teoriche e pratiche di autori vissuti sino ai primi decenni del secolo XIX, esistenti nelle biblioteche e negli archivi pubblici e privati d’Italia. Serie X: Città di Napoli, Biblioteca del R. Conservatorio S. Pietro a Majella”.
Guido Gasperini fu collocato a riposo nel 1935 per raggiunti limiti di età e, per circa quattro anni, il suo posto rimase vacante: l’attività della Biblioteca poté continuare, per la sua ordinaria amministrazione, solo grazie alla disponibilità del personale ausiliario. Finalmente nel 1939 venne nominato bibliotecario il musicista e musicologo Ugo Sesini. Egli si propose di dare alla Biblioteca un nuovo e più moderno assetto cercando di conciliarne le due diverse funzioni: biblioteca scolastica, corredata di un aggiornato e ricco materiale musicale a disposizione degli studenti e delle diverse classi, ed al tempo stesso Biblioteca pubblica e “storica”, posta a salvaguardia del nostro incomparabile patrimonio musicale ed in grado di consentire agli studiosi una facile ed esaustiva consultazione. L’avvento del secondo conflitto mondiale privò purtroppo il Conservatorio di questo validissimo personaggio che, deportato dai tedeschi, morì nel campo di sterminio di Mauthausen nel 1945. L’opera di risistemazione di tutto il patrimonio librario, posto al riparo da eventuali bombardamenti, fu iniziata dal compositore Ennio Porrino che svolse l’incarico di bobliotecario negli anni 1946/47. L’anno successivo, avendo Porrino accettato l’insegnamento di Composizione presso lo stesso Istituto, gli successe la pianista e musicologa Anna Mondolfi che ricoprì quest’incarico per circa trent’anni. Una volta ripristinato l’ordine necessario per un buon funzionamento della biblioteca, la signora Mondolfi, coadiuvata dal marito professor Francesco Bossarelli – uomo di grande cultura e di rara gentilezza -, procedette alla catalogazione e sistemazione delle numerose e importanti donazioni intanto pervenute all’Istituto: la donazione del M° Pietro Platania, il Fondo Franco Michele Napolitano, la donazione Stefano Falco (in cui è compresa una rarissima edizione cinquecentesca dei “Versi spirituali” di Antonio Valente), ed altre ancora. Nel 1962 fu inaugurato il secondo piano della Biblioteca, dove vennero collocate la Sala Rari, la Sala Consultazione, la Sala Musica Strumentale e Religiosa, la Sezione Periodici e la Direzione della Biblioteca stessa.
Naturalmente non fu trascurato l’acquisto di edizioni moderne, incrementando soprattutto gli Opera Omnia tra cui quelli di Bach, Palestrina, Monteverdi, Haydn, Beethoven, Händel, Brahms e molti altri.

Nel 1978 Anna Mondolfi fu collocata a riposo, per raggiunti limiti di età, ed il suo posto fu assunto dal dott. Francesco Melisi tuttora in servizio. Egli ha curato la pubblicazione del “Catalogo del libretti d’0pera in musica dei secoli XVII e XVIII” (Napoli, Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella , 1985) e del “Catalogo dei libretti per musica dell’Ottocento (1800/1860)“ (Lucca, LIM, 1990) che testimoniano l’importanza della vastissima raccolta di libretti d’opera (circa 7000) in possesso della Biblioteca.
Nel novembre 1995 la Direzione del Conservatorio S. Pietro a Majella fu assegnata dal Ministero della Pubblica Istruzione – per chiara fama – al M° Roberto De Simone che, fin dal suo arrivo, ha più volte richiamato l’attenzione del mondo della cultura e della politica italiana sulla situazione di “gravissima precarietà” in cui versava la Biblioteca dell’Istituto. A coronamento di tanto impegno nel 1998 è stato finalmente varato, dal Ministero della Pubblica Istruzione, un “Progetto per il riordino e la riqualificazione della Biblioteca del Conservatorio S. Pietro a Majella”, con il relativo stanziamento di fondi, per la catalogazione e la tutela del patrimonio della Biblioteca. In tale progetto sono stati fatti convergere anche altri progetti, già finanziati, a favore della Biblioteca e del Museo del Conservatorio di Napoli: la ristrutturazione dell’edificio, come da progetto della Soprintendenza ai Beni Architettonici; il cablaggio dell’Istituto e quindi della Biblioteca per il collegamento con SBN attraverso il polo della Biblioteca Nazionale; l’acquisto delle attrezzature per la gestione automatizzata della Biblioteca; l’eventuale utilizzo della somma messa a disposizione della Biblioteca Nazionale per la catalogazione dei manoscritti. Finalmente oggi tutto questo è realtà: si sta procedendo ad una catalogazione “a tappeto” per poter avere in SBN Musica tutte le informazioni inerenti la Biblioteca napoletana. Vi è una stima, peraltro del tutto ipotetica, che quantifica il patrimonio librario in quarantamila manoscritti e quattrocentomila edizioni a stampa; al momento l’unica certezza è che i libri in possesso del Conservatorio occupano 1.500 metri lineari.